Sommario:
Padova è una città non molto grande, a misura d'uomo, che ben si presta ad essere girata a piedi. È estremamente ricca di storia come testimoniano i suoi molteplici monumenti e le mura medievali visibili in più punti.
A Padova sono presenti 25 km di portici nel centro storico, che ne fanno la seconda città porticata italiana (dietro a Bologna) e la rendono agilmente visitabile anche in caso di pioggia o di sole cocente.
Galileo Galilei studiò e insegnò qui e a proposito di Padova scrisse che vi trascorse i 18 anni più belli della sua vita.
Padova è conosciuta come la città dei 3 senza, il Santo senza nome, il Caffè senza porte e il Prato senza erba.
Il Santo senza nome
In questa città si stabilì fino alla sua morte Sant'Antonio, talmente ben voluto dalla popolazione da diventare il santo patrono della città. La Basilica di Sant'Antonio, conosciuta a livello mondiale come Basilica del Santo, o più semplicemente come il Santo, è una delle più grandi chiese del mondo ed è visitata annualmente da oltre 6,5 milioni di pellegrini, facendone uno dei santuari più venerati del mondo cristiano. In essa sono custodite le reliquie di Sant'Antonio e delle statue attribuite a Donatello. Dello stesso artista è la Statua equestre del Gattamelata situata nella piazza antistante.
Il Caffè senza porte
Situato nel centro di Padova, il Pedrocchi è un caffè storico di fama internazionale. Aperto giorno e notte dal 1831 fino al 1916, deve a ciò la sua notorietà anche come il "Caffè senza porte".
Per oltre un secolo è stato un prestigioso punto d'incontro frequentato da intellettuali, studenti, accademici e uomini politici. L'8 febbraio 1848, il ferimento di uno studente universitario all'interno del locale diede il via ai moti risorgimentali italiani e ancora oggi l'episodio è ricordato nell'inno ufficiale universitario.
Davanti al suo ingresso sono poste quattro statue di leoni, che ogni anno fanno giocare migliaia di bambini. La leggenda vuole che siano li a difendere la città e che se un nemico si dovesse presentare essi si risveglierebbero per cacciarlo.
Assaggiate il caffè Pedrocchi la cui ricetta a base di menta è famosa in tutto il mondo.
Il Prato senza erba
Prato della Valle è la quinta piazza più grande d'Europa. è costituita da un'isola ellittica centrale, chiamata isola Memmia, circondata da una canaletta sulle cui sponde vi sono un doppio anello di statue per un totale di 78. Al di sotto dell'isola Memmia si trovava, fino al XI secolo, il teatro dello Zairo. Esso venne smantellato un po'alla volta come cava per altri edifici tra cui il Ponte di Rialto di Venezia e attualmente ne restano solo pochi resti visibili quando la canaletta viene prosciugata.
Le statue non possono rappresentare persone in vita o santi e tutti i soggetti devono avere a che fare con la storia padovana. Attualmente si sta discutendo di aggiungere la prima statua di donna omaggiando la prima laureata al mondo Elena Lucrezia Cornaro Piscopia.
Ai senza più famosi se ne aggiungono altri, conosciuti dai Padovani. I più famosi sono:
Il Bo senza corna
L'Università degli Studi di Padova fu fondata da un esodo di docenti e studenti provenienti da Bologna nel 1222. Solo nel 1493 la sede dell'università diventerà quella attuale. I tre palazzi che costituiscono il nucleo dell'Università, dal 1405 erano proprietà di un macellaio che li aveva ricevuti in dono da Francesco I di Carrara per aver foraggiato Padova con derrate alimentari durante un assedio. Qui venne aperta una locanda, l'Hospitium Bovis, che aveva come insegna un bucranio (un teschio di bove con due festoni ai lati), ancora oggi simbolo dell'Università. Da qui origina il nome Bo per indicare l'Università patavina.
È nota per aver ospitato come insegnante, tra i tanti, Galileo Galilei e Niccolò Copernicoe per avere il più antico teatro anatomico del mondo, il quale venne costruito nel 1594 da Girolamo Fabrici D'acquapendente. Nel 1678 si è laureata la prima donna al mondo, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia.
Il palazzo del Bo è tuttora sede della facoltà di Giurisprudenza ma è comunque visitabile con tour guidati.
Tips: è l'unico caso di Università italiana ad essere insignita della medaglia d'oro al valor militare per le sue attività di liberazione dal nazifascismo.
Il Capitello senza colonna
In Piazza della Frutta, verso Piazza dei Signori, nel portico del Palazzo della Ragione è visibile un capitello senza la sottostante colonna. Leggenda vuole che sia stata rubata dai vicini rivali vicentini. La versione più verosimile è che sia stata tolta per permettere il passaggio più agevole delle merci essendo sede di mercato insieme alla vicina Piazza delle Erbe.
Il cavallo senza cavaliere
All'interno del Palazzo della Ragione, la vecchia sede del tribunale padovano, è conservata una statua lignea di un cavallo. Essa è la riproduzione del cavallo della statua di Gattamelata di Donatello, che è visibile di fronte al Santo.
Oltre ai luoghi legati al detto, ci sono almeno altri 2 simboli di Padova che sono imprescindibili in una prima visita alla città.
L'Orto botanico
Fondato nel 1545 per la coltivazione delle erbe medicinali, è il più antico orto botanico del mondo. Per la rarità delle sue piante e per il prezzo dei medicamenti da essi ricavati, era oggetto di continui furti notturni, nonostante le gravi pene previste per chi avesse arrecato danni (multe, carcere ed esilio). Venne quindi ben presto costruito un muro di recinzione circolare a proteggerlo. Negli anni ha acquisito importanza e ha incrementato il numero di piante al suo interno, complice l'espansione della Repubblica Veneziana che favoriva l'acquisizione di vegetali dai territori posseduti o con cui intratteneva scambi commerciali la Serenissima. Attualmente ospita circa 6000 specie di piante.
Dal 1997 è Patrimonio dell'UNESCO e dal 2014 si è espanso presentando una serra molto avanzata chiamata giardino delle biodiversità con piante provenienti dai climi più disparati.
Qui il sito dove trovare informazioni e acquistare i biglietti.
La Cappella degli Scrovegni
Venne costruita tra il 1303 e il 1305 da Enrico Scrovegni, figlio di Rinaldo, un famoso strozzino posto da Dante nel VII girone infernale. Era la cappella di famiglia, fatta erigere nel terreno in cui un tempo sorgeva l'anfiteatro romano, di cui attualmente rimangono poche macerie visibili. A Giotto venne affidato il ciclo pittorico dell'intera sala eseguito con la tecnica dell'affresco. Le opere raccontano le virtù e i vizi capitali insieme a diversi passi del Vecchio e Nuovo Testamento, con un'intera parete dedicata al Giudizio Universale. La visita durerà circa 15 minuti, di cui i primi 15 avverranno in una stanza di acclimatamento per ridurre al minimo l'impatto della temperatura sugli affreschi, viene infatti mantenuta una temperatura costante di 18°.
Qui il sito dove prenotare.
La prenotazione è obbligatoria e conviene effettuarla per tempo visto il grande afflusso di turisti.
Tips: Dal 2021 Padova è entrata a far parte della World Heritage List con la Padova Urbs picta, un insieme di 8 complessi architettonici della città in cui si possono trovare affreschi di Giotto e di altri pittori del 300.
Piazza dei Signori
La piazza oggi ospita al mattino parte del mercato cittadino, ma un tempo era riservata al solo passeggio e alla discussione. Qui si trova la Torre dell'Orologio, nata come porta orientale del palazzo dei Carraresi e sulla cui facciata troviamo il famoso orologio astronomico, costruito da Jacopo Dondi nel 1344.
Tra i segni zodiacali non è presente la Bilancia, secondo la credenza popolare ciò è dovuto a una ripicca del costruttore verso il committente che lo pagò meno del pattuito. In realtà è dovuto alla suddivisione zodiacale pre romana dove lo scorpione si divideva in chela destra e chela sinistra.
Tutt'oggi la piazza ricopre un ruolo centrale nella vita patavina. La mattina ospita il mercato d'abbigliamento, il pomeriggio si anima con i tavoli dei bar e dei locali che la incorniciano, per permettere ai padovani di godere del rito dell'aperitivo con lo Spritz.
Tips: La costruzione nel 1344 ne farebbe l'orologio più antico al mondo, tuttavia venne danneggiato in un incendio e successivamente ricostruito. Il più antico è l'orologio della torre di Sant'Andrea a Chioggia, sempre opera di Jacopo Dondi, del 1386.
Comments